«Le mie giornate sono intrise di sofferenza e disperazione, non trovando più il senso della mia vita. Fermamente deciso, trovo più dignitoso e coerente, per la persona che sono, terminare questa mia agonia». (Fabiano Antoniani, Dj Fabo, Febbraio 2017)
Perchè in Italia c'è un’infondata diffidenza nei confronti delle cure palliative, identificate erroneamente con l’Eutanasia? Chiariamo innanzitutto i due concetti.
Eutanasia? Un secolo di chiacchiere. Infatti giusto cento anni fa usciva nelle librerie "L' uccisione pietosa (Eutanasia)", E' il primo saggio che affronta l'argomento con la serietà dei contenuti. Ne è autore Enrico Morselli, psichiatra e antropologo il quale analizzando l'Eutanasia dal punto di vista etico, sociale, religioso e naturalmente medico, descrive anche l'impatto che la questione ha avuto sulla società del primo Novecento. Si constata così che In Italia a distanza di un secolo nulla è mutato, o per essere nel vero quasi nulla. Unica novità: un referendum.
E’ qualcosa di umanamente stupefacente il risultato che, nel silenzio dei media, sta raggiungendo la raccolta firme per la proposta di Referendum sulla Eutanasia Legale della Associazione Luca Coscioni. Una campagna che, ricordiamo, propone un referendum per depenalizzare l’aiuto attivo a morire del consenziente in specifiche e definite situazioni, per aprire la strada a una legge sul modello olandese, belga e spagnolo .
Il disastro di Marcinelle fu la più grande tragedia mineraria d'Europa e la terza per numero di vittime nella storia dei minatori italiani emigrati. Un incidente che provocò la morte di 262 operai, provenienti da 12 stati diversi, su un totale di 275 persone che lavoravano all'interno della miniera. Più della metà dei minatori, 136 persone, erano italiani, il più giovane ne aveva 14 e il più anziano 53.
Lo sfruttamento intensivo delle risorse a opera del turismo desertifica il territorio, lo rende invivibile, lo uccide. La turistificazione delle città d'arte modifica l’ecosistema urbano e naturale dei luoghi, trasforma il tessuto sociale, economico e culturale dei centri storici, danneggia l’ambiente, consuma e cancella le stesse caratteristiche alla base dell’attrattività dei luoghi.