L’ampio consenso che i paramilitari ucraini di estrema destra stanno raccogliendo è l’ennesimo errore di lettura che porterà allo sdoganamento di forze reazionarie. In Italia ne sappiamo qualcosa. Per questo è utile ricordare chi sono veramente i “ragazzi” di Azov.
Proponiamo la lettura di questo sorprendente articolo pubblicato da Newsweek (media mainstream) nel quale si parla dei conclamati crimini di guerra russi consumati nella guerra ucraina e per raccontarli William M. Arkin (autore dell'articolo) interpella un funzionario (che per ovvia prudenza ha chiesto l’anonimato) della Defense Intelligence Agency, la DIA (l’intelligence dell’esercito americano, quella che ha maggiori informazioni sul campo di battaglia), il quale trae le sue conclusioni dalle “analisi d’intelligence”, cioè dai documenti riservati in mano alla Difesa. L'articolo prendendo spunto dal massacro di Bucha contraddice vistosamente la narrativa mediatica sul conflitto in Ucraina tutt'ora dominante in Occidente.
Una breve storia del Green Pass italiano, ovvero “la più grande opera di digitalizzazione mai fatta”, secondo il ministro della Salute Roberto Speranza. Tuttavia più di qualcuno è dell'idea che il Green Pass non deve essere inteso - esclusivamente e principalmente - come una misura sanitaria, ma piuttosto come uno strumento finalizzato al controllo sociale. Qui si spiegano i come dell' "impresa".
Nicolai Lilin, scrittore e tatuatore, ha trovato la fama in Italia grazie al romanzo Educazione Siberiana, uscito per Einaudi nel 2009, trasposto poi sul grande schermo da Gabriele Salvatores. Nicolai Lilin, nato in Transnistria nel 1980, vive in Italia da più di venti anni: è e si sente a tutti gli effetti cittadino italiano, ma è ovviamente sempre molto legato alla sua madrepatria, la Russia. Come tanti suoi compatrioti che vivono e lavorano in Europa, Lilin ora si trova ad assistere – dopo l’inizio delle ostilità in Ucraina – a un’ondata di russofobia e disinformazione sia sulle ragioni del conflitto che sul popolo russo. L'abbiamo intervistato e ne esce un ritratto del Paese per molti versi inedito.
Visto da Mosca, la scelta è obbligata, senza il gas russo il vecchio mondo rischia il default. I due autori moscoviti dell'articolo che pubblichiamo non sollevano questa minaccia."Se decidete di sanzionarci definitivamente il prezzo del combustibile blu sarà sempre più alto", si limitano a scrivere sul tabloid Moskovskij Komsomolez (un milione di copie); e concludono: "rifiutando il gas russo, gli europei non hanno comunque scelta, poichè dovranno passare al carbone e lo dovranno acquistare dalla Russia, la sola nazione in grado di soddisfare la loro domanda”.
Lo sostiene Michail Pavlovič Šiškin che è considerato uno dei maggiori autori russi contemporanei. "Una nuova e vera democratica Russia non può nascere se non cambia la mentalità del popolo russo", scrive lo scrittore in questo saggio che volentieri pubblichiamo.