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'La Germania è cattiva, molto cattiva', tanti lo pensano e pochi lo dicono

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di Heiner Flassbeck

Un tedesco doc come Heiner Flassbeck, economista di lungo corso, tra i vari incarichi anche Sottosegretario di Stato presso il Ministero delle finanze federale tedesco, aiuta a ricostruire le ragioni storiche e teoriche per cui  la Germania  è riuscita nel capolavoro di concentrare sul proprio sistema produttivo e finanziario tutti i vantaggi di una Unione di mercato di quasi mezzo miliardo di abitanti senza mai rischiare di condividere gli oneri di una vera unione politico-statuale che sta distruggendo da circa 20 anni l’economia europea e, da diversi mesi, sta intaccando ora anche l’economia tedesca. 

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Ecco i nuovi Boiardi dell'Est che s'ingrassano con i contributi UE

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Un' approfondita inchiesta giornalistica a largo raggio di Daniela Gschweng  che per la prima volta riesce a fare il punto sullo stretto rapporto tra i contributi europei per l'agricoltura e i governi  dell'Europa dell'Est. I pagamenti diretti e le sovvenzioni, tuttavia, nell'Europa dell'est hanno creato qualche problema di potere. Un tempo le condizioni generali in quei paesi erano completamente diverse: i lavoratori gestivano la terra per conto dello stato, il quale la possedeva. Con il crollo del blocco orientale e la successiva privatizzazione, i governanti hanno avuto un'opportunità unica per garantirsi il loro futuro politico ed economico.

di  Daniela Gschweng

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L'Italia oppressa dalla minaccia del castigo tedesco

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Il governo italiano farebbe bene a non firmare per il nuovo-MES, chiedendo un periodo di riflessione su tutto l’impianto economico dell’Eurozona. Ai deputati e ai senatori il compito di evitare all’Italia un errore che può essere fatale.

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Perché quella tedesca resta un'egemonia a metà

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La Germania rimane in una posizione problematica di semi-egemonia: il paese ha la forza sufficiente per imporre le sue regole, ma non per farle rispettare. Mentre gli altri stati sono abbastanza forti per infrangere le regole, ma non per cambiarle", vediamo quale può essere la soluzione. Per il bene di tutti.

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Il baratto infame: manodopera italiana-carbone tedesco o belga

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Cinquecentomila lavoratori italiani fra l’inizio del 1938 e la prima metà del 1943 emigrarono in Germania. Gli italiani finirono con l'essere considerati degli individui di cui la Germania aveva bisogno e che allo stesso tempo la maggioranza della popolazione disprezzava.  i lavoratori italiani venivano trasportati, dai treni-merce su cui avevano viaggiato, in appositi carri-bestiame, a baraccopoli per essere allogiati

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Peter Glotz e il processo storico superato

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Nel novembre del 1989, poche settimane dopo la caduta del Muro, Martina Seitz intervistò il deputato socialdemocratico, e scienziato, Considerato “una della teste più brillanti della Spd”, Glotz avanzava previsioni che sarebbero state smentite dal processo storico: nella sua opinione le due Germanie non si dovevano riunificare e occorreva lavorare alla creazione di una forte socialdemocrazia nella DDR. Di lì a pochi mesi, in meno di un anno, Helmut Kohl avrebbe portato a casa la riunificazione.

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